I migliori hotel di lusso aperti nel 2021 | Elle Decor

2022-06-18 20:53:00 By : Ms. Pufei Jade

Roma, Caraibi, Londra: alberghi piccoli o grandi, appariscenti o ricercati, sempre e comunque di design

Anche se la ripartenza tanto attesa ha subito negli ultimi tempi qualche battuta d'arresto, il comparto del turismo ha saputo rialzarsi e, complici la voglia scalpitante di riprendere a viaggiare, ha da offrire nuove, fantastiche mete ai quattro angoli della Terra. In particolare, sono gli hotel di lusso il vero terreno di battaglia, giocata a colpi di piscine a sfioro, arredi di design, spa esclusive, ma anche e sempre più esperienze autentiche, da fare da soli o con la famiglia, per cercare divertimento o pace.

Tra riaperture e recuperi che fanno del bene al territorio, una costante è di certo l'attenzione ambientale, ormai richiesta dal pubblico e sempre più finemente ricercata dagli operatori. Una ricerca tanto più importante in residenze storiche, che sulla carta non si presterebbero a soluzioni innovative e che invece possono accogliere perfettamente tecnologie all'avanguardia.

Venezia, Roma, Londra. Ma anche i caraibi, le Alpi e le foreste cinesi... ecco allora la selezione degli hotel di lusso del 2021 di Elle Decor (in cui lusso può diventare anche sinonimo di silenzio, o di immersione nella natura).

Il tardo liberty di Palazzo Bertarelli torna a risplendere grazie al sapiente lavoro di Studio Marco Piva che ha trasformato la sede storica del Touring Club di Milano in un hotel. Un intervento che, tenendo conto del passato dell’edificio, non poteva che strizzare l’occhio all’arte del viaggiare. Forme circolari che rimandano a cannocchiali, bussole, ruote e mappamondi si incontrano in tutta la struttura. Boiserie che ricordano le vecchie carrozze accompagnano nelle camere, mentre il grande archivio dell’associazione è consultabile, su grandi tavoli dove comitive improvvisate possono decidere la prossima meta. Viaggiatori di tutto il mondo, unitevi!

16 camere, 20 appartamenti e 4 penthouse di lusso: è questa la ricetta per una nuova e speriamo vicina stagione di viaggi e turismo che Starhotels ha pensato per Milano. È il designer milanese Andrea Auletta a firmare gli interni, a base di made in Italy. La guida del gruppo ha infatti lanciato il grande concorso “La grande bellezza” per acquistare prodotti dell’artigianato nostrano. Una cura che si rivela dapprima nei toni grigi delle penthouse e in quelli ruggine e aragosta dei primi due livelli. A impreziosire la vista Duomo troviamo i pavimenti in parquet di rovere, gli arredi in laminato (Cleaf), le tende e rivestimenti di sedie e divani in velluto. Inoltre, quasi tutti i mobili sono stati disegnati ad hoc e realizzati da Divania Horo. Tra tutte le residenze spicca la penthouse duplex Duomo view, nei suoi 150mq a cui si aggiunge una splendida terrazza da 100mq, quanto basta per accontentare anche i viaggiatori più esigenti.

Il quarto arrivato della collezione VRetreats ha aperto a Venezia nel sestiere Castello, non lontano dall’Arsenale e porta la firma di Patricia Urquiola. L’edificio è quanto mai storico, dato che si tratta di un antico Ospizio risalente al 1200, a lungo rifugio di donne e bambini in difficoltà e poi ricostruito nel ‘500 da Jacopo Sansovino. Eppure non è la nostalgia la chiave scelta per questo progetto. Una certa austerità, che comincia con la facciata, è la cifra dell’eleganza anche dei suoi interni. Spazio agli artigiani locali e persino all’acqua della laguna, utilizzata per diminuire del 20% il fabbisogno energetico. Un grande chandelier con 14mila cristalli di Murano nella forma di una grande vela, omaggio al mare e alla navigazione. Corridoi che sono vere passeggiate a sfociare sui canali o sulla corte, con ambienti privati o conviviali, come la splendida sala lettura, a coccolare un soggiorno indimenticabile.

Per scoprire il lato innovativo di Venezia si può scegliere Palazzo Pianca, hotel che si innesta in una residenza signorile del XVI secolo e acquistata dall’azienda di arredi con l’idea di farne una Research hub. La filigrana dorata o floreali delle carte da parati, le travi a vista e l’abbondanza di specchi sono solo una metà del progetto. L’altra è fatta appunto di ricerca, di bisogni ancora inespressi ma che già possono essere soddisfatti. Le camere dell’albergo diventano allora un grande laboratorio dove testare le ultime trovate dell’azienda per offrirle a un pubblico molto selezionato. Solo per fare qualche esempio, vi si troveranno il letto Rialto, i comodini Chloe, Dedalo, Logos e Atlante; i tavolini Abaco, Baio, Duetto, tutte creazioni dell’azienda trevigiana.

Un’esplosione di stile e colore. Come sempre, Mama Shelter si fa riconoscere e per Roma punta su quel connubio tra classico e popolare che è la vera anima della città. Archi, tendaggi, moquette che riprendono i motivi delle vetrate delle chiese più importanti, ma anche icone del calcio e pasta. Un luogo ideale per viaggiatori solitari in cerca di amicizie, coppie avventurose, ma anche giovani famiglie. 217 stanze, una spa primaverile, arredamento eclettico, un rooftop con solarium e doccia rinfrescante. Mama Roma vuole diventare un punto d’incontro tra turisti e romani, a base di spensieratezza, buona cucina (ben 3 i ristornanti disponibili con tanto di fontane e arredi da vecchia taverna) e allegria.

Il decimo indirizzo del gruppo inglese parla romanesco, ma lo fa mantenendo intatto il suo aplomb inglese. Ennismore Design Studio e Fettle hanno unito le forze per consegnare interni ricercati, con quel tocco di local che Hoxton non disdegna mai. La lobby invita clienti e passanti a farsi ingolosire dalle leccornie Marigold, pasticceria rinomata della capitale, servite nel ristorane Cugino. Maurizio Faraoni e Sebastien Brocandel hanno poi curato la dotazione artistica di camere e spazi comuni. Si possono così ammirare quadri di Emilio Savinetti e i disegni di Alfredo Zelli e Claudio Givani. Nelle stanze, invece, troviamo stampe grafiche, manifesti anni ’70 e ’80 e fotografie che rimandano alle icone del design italiano. Design che trova il suo habitat naturale grazie a parquet, legni laccati e pietre locali, bagni con pezzi anni ’50 e lampadari di Murano preesistenti.

Tomas Alía firma il nuovo hotel di design di Roma, il Room Mate Filippo e Gran Filippo Apartments. Trenta camere e undici appartamenti a due passi da Piazza di Spagna. Il concpet è presto detto: Filippo, celebre curatore di mostre nella capitale, sarà l’amico che saprà introdurre gli ospiti in quella parte della città solitamente irraggiungibile ai turisti. Un’accoglienza che comincia dalle camere, e dagli spazi comuni, arredati con gusto anni ‘40. Le palme scultoree che decorano la reception e la lobby dell’hotel, insieme alle colonne di granito che sostengono la cupola richiamano la facciata dai pilastri alti e sottili. Nelle camere prevalgono i metalli e il legno, i colori sono tenui e le forme curve e arrotondate. Completano il quadro due patii interni che costituiscono il vero cuore dell’hotel.

4 piani, ognuno di 400 metri quadrati e solo 10 suite. Non un palazzo principesco, ma poco ci manca. Con le sue sei stelle deluxe, Chalet N domina il comfort delle Alpi Austriache a 1660 metri di altitudine per i suoi 22 fortunati ospiti. Sibylle Schaschl e Landau + Kindelbacher Architekten hanno creato la residenza alpina perfetta, con tanto di maggiordomo personale. Legni ruvidi, acciaio liscio e pietre squadrate delle camere sono stemperati da sedute morbide e finiture di letti delicate. Se non bastassero i 350 chilometri di piste, ci si può consolare con l’home cinema, una sala biliardo con vista e persino una suite per bambini. Immancabile poi la spa di altissimo livello, con trattamenti personalizzati pensati da Susanne Kaufmann che includono materiali 100% naturali, sauna al fieno e finlandese, bagno turco e idromassaggi.

Nella Plose, un ex sanatorio polmonare dell’Impero Asburgico è stato ristrutturato e riconvertito in hotel a cinque stelle da una coppia lungimirante. Hideway ideale a 1800 metri di quota, con accesso allo stabilimento sciistico principale ma un pochino appartato, è un esempio di recupero a base di green. 62 suite, spa, ma soprattutto soffitto a cassettoni e facciata in legno perfettamente intatti, pietre locali e riscaldamento a legna per un’esperienza autentica e a impatto zero.

Per staccare la spina non c’è niente di meglio di un fienile. Questo maso, ispirato a quelli tipici del Trentino, si trova in Val Sassina, sopra al lago di Como, nascosto, raggiungibile solo a piedi tra boschi di castagni e sentierini. Rimesso a nuovo puntando a un’atmosfera rasserenante, dispone ora di una spa, di un ristorante con prodotti a “metro zero” e solo due camere al piano superiore. Gli arredi sono tutti fatti su misura, in larice e rovere, ed entrano in armonia con il paesaggio delle Grigne con i toni del verde muschio e del senape dorato, che riprendono le sfumature degli alberi sui tendaggi, le pareti e i rivestimenti tessili.

Ideato da GaS Studio con Parisotto+Formenton Architetti e realizzato da Malabaila&Arduino questo boutique hotel affaccia su 40 ettari di vigneti ed è un vero atto d’amore verso il territorio. Si tratta infatti del recupero di un edificio mai terminato, che avrebbe rimpolpato le fila degli ecomostri mai smantellati. In questo caso invece, la struttura è stata recuperata e persino i materiali di risulta sono stati utilizzati. A completare il progetto nel rispetto ambientale, un impianto fotovoltaico e uno geotermico, nonché un sistema di recupero dell’acqua piovana. Casa di Langa è ora un ampio casolare contemporaneo, che abbraccia in tre lati un ampio giardino centrale. Laterizi, pietre, intonaci sono stati scelti per rispettare le cromie del paesaggio, fatte di foliage, manti erbosi e vendemmia. Nelle 39 camere, pezzi d’artigianato e made in Italy si fondono con semplicità, e fanno da sfondo ad alcune opere d’arte di artisti locali.

Il debutto di NoMad in Europa non poteva essere più roboante, a cominciare dalla scelta dell’immobile, un’ex stazione di polizia vittoriana con tanto di tribunale in zona Covent Garden, a Londra. Sono i dettagli a fare la differenza, come il paravento all’ingresso che riproduce il modello d'archivio “Pear” di Watts of Westminster e ha richiesto ben due mesi di lavorazione a mano. Scale di mogano, passerelle d’acciaio e una favolosa sala da pranzo su tre piani in quello che era il cortile. La Corte è stata tramutata da Roman&Williams invece in una spettacolare sala da ballo con lampadari a tutta altezza. Non meno ricercate le 91 camere, anche se più scanzonate, con carte da parati damascate, caminetti e vasche d’epoca. Una sistemazione che vale di per sé il biglietto.

Il primo super boutique hotel al mondo, questo ambisce a essere The Londoner, progetto faraonico che si eleva in cielo per 10 piani e sprofonda in terra per quasi altrettanti, fornendo alla capitale inglese oltre a una struttura ricettiva con servizi tailor made, un cinema Odeon su Leicester Square. Il team di Edwardian Hotel London vuole infatti offrire quell’attenzione al cliente tipico dei boutique hotel, senza tuttavia rinunciare ai servizi che solo le grandi strutture sanno offrire. 350 tra stanze e suite, più una spettacolare penthouse con vista Trafalgar Square. Stile moderno ma quasi artigianale, a cominciare dalla facciata in Portland Stone, inserti in bronzo e piastrelle blu elettrico. Spirito cosmopolita, come dimostrano i 4 ristoranti completamente diversi in gusto e arredi. Anima raffinata, fatta di grandi fotografie in bianco e nero, opere d’arte e una ballroom per grandi occasioni. Cuore verde, che è valso i requisiti BREEAM Excellence.

Lo slow tourism si sposa alla perfezione con questa serie di residenze a Santo Domingo. Nella sede del primo ospedale delle due Americhe, un edificio del ‘500 di grande fascino, una coppia ha deciso di rimettere in luce le architetture originali per sottolinearne l’importanza storica. Pareti strutturali e archi accompagnano a una piccola piscina ombreggiata. Gli interni, invece, concedono molto a un’estetica più contemporanea, fatta di scale a chiocciola in metallo, pareti délabré e pavimenti in cemento. Per l’occasione è stata anche commissionata una versione bespoke delle sedie Meribel di Charlotte Perriand. Un luogo fatto di contrasti e minimalismo, un riparo perfetto dalla calura tropicale.

Tempo e silenzio, beni che scarseggiano e che per questo sono i veri sinonimi di un certo tipo di lusso. In Salento, a Spongano, questo albergo diffuso sa offrire un ritiro fatto di pietra, un semplice specchio d’acqua, gli odori degli agrumeti, e il cielo terso del sud. Una dimora che procede per sottrazione, contrariamente al barocco che ha fatto bella Lecce, per quello slow living che così bene si accorda al meridione. Un lungo saliscendi di roccia, una piscina en plein air, costeggiata da un’infilata di sdraio e vista sul campanile. C’è comunque spazio per l’arte della Galleria Vigato e per interventi site specific, come il murale di Vincenzo d’Alba, omaggio all’iconica bottiglietta del Crodino.

Il mitico hotel di Saint Tropez ha riaperto le sue 21 stanze dopo una ristrutturazione affidata a Fabrizio Casiraghi. Un intervento che ha portato in luce le qualità precipue di questo albergo che se nel ’45 fu il teatro dei festeggiamenti dei pescatori per la fine della guerra, negli anni ’50 già nascondeva a occhi indiscreti le liaison amorose del gran mondo. Ozio, mediterraneo, estate. Più che un albergo, dunque, una vera casa vacanze, con le cose semplici che fanno la differenza: pochi oggetti scelti, pace e silenzio. Pochi quadri firmati Jacques Cordier, fotografie originali di Picasso, pavimenti in piastrelle, alle pareti noce americano bianco sporco. Una grande doccia per scrollarsi di dosso il sale. Una grande terrazza con cucina a base di pesce. Sembra semplice, no?

Nell’isola di Antiparos, una delle meno battute dal grande turismo del Mar Egeo, The Rooster ha completato la costruzione di 17 appartamenti fatti per godere dei piccoli piaceri della vita, sempre più a rischio. L’odore dei cedri, il silenzio, la brezza marina. Un turismo sostenibile e in armonia con la comunità del posto. Ogni ospite avrà a disposizione una terrazza con solarium e piscina privata, vista sul mare e sulla macchia mediterranea. L’atmosfera è quella di una casa in campagna, con poltrone di vimini, pergolati dove trascorrere un pomeriggio troppo caldo. Oltre a dedicarsi alla spa, gli ospiti possono inoltre andare in visita ai produttori locali, e assaggiare alcune specialità, dai vini ai formaggi.

Niente pareti bianche e volte blu. Per questo hotel sulla baia di Cala Gració MG&AG hanno puntato su materiali imperfetti e toni neutri. In poche parole, sul wabi-sabi che tanto ha fatto parlare di sé quest’anno. Ogni cosa riflette la semplicità della vita sulla spiaggia, dalle sedute di vimini intrecciate in Papua Nuova Guinea, alla scelta di materiali, ricaduta in larga parte su cemento a vista, pietra, legno e lino. 184 camere, una signature suite, non ché una villa indipendente con piscina privata. Un design sofisticato boho-chic fatto apposta per vivere a piedi nudi tutto l’anno.

Il gruppo britannico è sbarcato nell’Europa continentale e precisamente a Monaco di Baviera, esportando la sua ospitalità ibrida, chiamata aparthotel, che fa di ogni camera una piccola abitazione, discostandosi dagli impersonali interni di tante altre catene. Ben 151 monolocali, uno spazio coworking e una palestra nel quartiere che ospita l’Oktoberfest (e infatti non manca un cocktail bar). Lo studio inglese Fettle si è occupato degli interni, con una allegra palette da arcobaleno vintage, per un’esperienza variegata ed emozionale. Le suite hanno a disposizione un soggiorno e una cucina, per essere totalmente indipendenti. I mobili sono realizzati su misura, e vi dominano acciaio e legno dal sapore industriale. Largo spazio ad artisti e artiste: Marianne Brandt e Lilly Reich, Veronika Grenzebach e Tomomi Maezawa tra gli altri allietano le pareti.

La quintessenza di Parigi vive in questo hotel messo a punto da Lizée-Hugot ispirandosi al periodo più pittoresco della capitale francese, ovvero la Belle époque. Uno stile legato a doppio filo con l’arte e la vita degli artisti. Bovindi, viste sulla rive gauche, affreschi a pastello di Franck Lebraly sono le bellezze che l’edificio portava in dote e che si aggiungono a quelle pensate dal duo di architetti. Una palette raffinata, sfatta di neri e grigi e verdi caldi che si rincorrono per tutti gli ambienti. Ma anche gli arredi, con Specchi, tavoli, comodini, lampade e plafoniere disegnate su misura per mimare alcuni riferimenti cardine, come la Camera dell’artista di Van Gogh. La stessa cura che si ritrova nella hall, sorta di atelier con tanto di lucernario e schizzi alle pareti, chiodi fatti a mano che attendono altre opere. Un’attenzione site specific che fa di ogni stanza un’opera d’arte a sé stante.

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